lunedì 12 settembre 2011

CONCRETO O ASTRATTO ?


VERSO UN’ECOLOGIA DELLA COSCIENZA


Che cosa sono e come si possono riciclare le sostanze di scarto della nostra coscienza?

Ogni incontro di counseling è un’occasione per fare un passo in avanti nello sviluppo della percezione di chi siamo.

Durante un percorso di crescita personale, ci si accorge che evolvendo ci si libera da qualcosa: paure, condizionamenti, modelli di riferimento, abitudini di vita e di pensiero.

Di volta in volta si sostituiscono filtri percettivi non più attuali con dei nuovi, più attuabili.

Quando si raggiungono nuovi livelli di consapevolezza, le nostre certezze si riorganizzano, gli spazi di senso trovano una nuova dimensione, cambia l’assetto della nostra coscienza.

Quando diciamo: “Mi sono liberato di questo pensiero negativo”, quasi mai ci chiediamo dove sia andato a finire.

Se è vero che nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, una riflessione olisticamente autentica non può prescindere dall’indagare sugli elementi che sono stati protagonisti del processo di trasformazione dell’individuo e che a un certo punto escono di scena.

La concezione che abbiamo di noi stessi diventa un luogo di passaggio tra vecchio e nuovo; questa transizione lascia residui sottili che non sono più trascurabili, vista l’esigenza di una maturità nel modo di porsi in un mondo che sta transitando dall’era dell’informazione all’era della coscienza.

Se il primo passo da compiere verso la libertà è l’emancipazione, è molto utile avere chiara la visione di ciò da cui ci si emancipa, per poter beneficiare di un atteggiamento responsabile nei confronti di sé e degli altri.

Se riciclare è un’azione che possiamo fare in quanto abitanti di questo pianeta, armonizzare è una metamorfosi che possiamo sperimentare in quanto professionisti nella relazione trasformativa.