TRANCE DANCE
di Serena Forgittoni
“Per ogni stella che brilla
nell’Universo,
c’è un cuore danzante in ognuno di noi”
Ci siamo ritrovati in
una grande stanza, tutti insieme. Ad attenderci un impianto hi-fi.
Non è stato un
problema per nessuno indossare le bende per gli occhi che ci era stato detto di
portare con noi. Privarsi della funzione della vista permette di vedere con i
nostri altri sensi; inoltre in questo modo è più facile sentirsi nel corpo e
percepirne anche i più sottili movimenti.
La presenza corporea,
fisica, è, nella Trance Dance, il punto di partenza per un viaggio attraverso
spazio, tempo e oltre. Durante questo viaggio si esplorano molte dimensioni,
alcune più familiari, altre meno note, altre del tutto nuove.
Immaginiamo il nostro
cervello come una radio: emette e riceve informazioni, sintonizzandosi su una
vasta gamma di frequenze. Il bello è che sta a ognuno di noi scegliere la
stazione. In ogni singolo momento.
Questo non era affatto
un mistero per i nostri antenati, che abitavano il pianeta trentamila anni fa:
lo sapevano e provavano profonda gratitudine verso lo Spirito, che concedeva
loro questa magica facoltà.
Ora sembra sia
diventato un segreto, un arcano che non si può svelare a chiunque, una
stranezza di cui aver paura…
In realtà l’unico
evento da temere è perdere questo Potere.
Prima di andare oltre,
vorrei soffermarmi su queste tre parole: Spirito, Respiro e Potere.
Che cos’è realmente
questo Spirito?
Lo Spirito Santo dei
cristiani? Quel fantasma che vive nei castelli abbandonati e fa cigolare le
porte? Quella cosa, che nessuno ha mai visto, di cui si nutrono i monaci
buddhisti e che li rende “spirituali”? Il liquido che sta dentro ai pennarelli?
La boccetta che si può acquistare via Internet dal sito della nostra cartomante
preferita?
… Se qualcuno avesse
riconosciuto lo Spirito in una di queste opzioni, farebbe una cosa utile a
tutti frequentando un seminario intensivo di Trance Dance.
Non pretendo certo di
dare la definizione di Spirito, ma vorrei volentieri condividere il mio punto
di vista. Secondo me lo Spirito è il minimo comune denominatore della nostra
realtà vera, in tutto il suo dispiegarsi, sin dalla cosiddetta notte dei tempi,
fino a noi oggi, qui e ora.
Ognuno di noi
costruisce il proprio labirinto.
Con la Trance Dance ci
addentriamo proprio lì, nei sentieri che di continuo creiamo; e poiché,
inconsciamente, di continuo li modifichiamo, il risultato è sentirsi persi.
Allora l’invito più intelligente che possiamo fare a noi stessi è: chiudi gli
occhi e respira!
Due grandi
inspirazioni dal naso, una grande espirazione dalla bocca, aperta. Per tre
volte.
Via con la musica per
dare inizio alla danza sacra!
Sacra vuol dire senza
illusioni e senza giudizio.
A dirla così è facile
ed entusiasmante… In effetti è proprio così, è la cosa più bella: esprimersi
esattamente come si vuole!
Durante la mia
giornata di trance dance, a un certo punto mi sembrava di essere tornata, col
mio corpo di ora, a quei pomeriggi in cui il mio passatempo preferito era
saltare sul letto all’infinito. Il pavimento di legno sotto i miei piedi si
muoveva davvero come fosse un materasso, atterravo e rimbalzavo contenta!
E questo non è
incredibile o surreale: la spiegazione sta nel fatto che tutto quello che
abbiamo visto, sentito, fatto, detto, tutto ha trovato una sua collocazione nei
meandri, spesso estremamente remoti, del nostro labirinto.
Il Respiro è un mezzo
molto potente attraverso cui possiamo accedervi, il ponte che collega la nostra
dimensione quotidiana e conosciuta a tutti gli altri mondi possibili: quando ci
sintonizziamo su una frequenza diversa da quella a cui siamo abituati, nuove
sinapsi si attivano a livello neuronale, cambiano le onde emesse dal cervello,
quindi anche la nostra percezione della realtà. Ciò che succede, praticamente, è una destrutturazione dell’abituale
organizzazione del sistema psico-motorio.
Destrutturare
significa eliminare ciò che di superfluo e pesante condiziona il nostro
comportamento.
A seguito di questo
processo, nel labirinto si vengono a creare spazi vuoti che permettono alla
mente di godere di un più ampio respiro: come quando si aumenta la RAM di un
computer, tutti i processi cognitivi si velocizzano e le informazioni trovano
la giusta localizzazione nella rete neuronale.
Poiché tutto ciò che
ci circonda emette un campo magnetico, l’orientamento delle cariche dello
spazio vuoto appare in una configurazione nuova, che vuota non può restare, per
cui continua ad attivare onde, quindi a creare eventi.
A questo punto la
coscienza avrà già operato un, seppur piccolo, salto quantico, per cui il
nostro filtro percettivo delle frequenze sarà cambiato e saremo più consapevoli
della stazione su cui ci stiamo sintonizzando.
Immersi nel nuovo
stato di esistenza, non siamo a disagio, perché sentiamo che qualcosa ci è
familiare: infatti lo scopo della Trance Dance è farci tornare a casa, in
compagnia del nostro essere veri.
La combinazione del
respiro consapevole e del movimento libero del corpo fa sì che la mente smetta
di correre qua e là – si prende una vacanza …! – e di distrarre la nostra
attenzione, così possiamo entrare in contatto più profondamente con le nostre
emozioni.
Ogni tanto, danzando,
mi è capitato di fissarmi con la volontà e voler muovere una parte del corpo
per scioglierla. Ma se ci si mette troppo a pensare a quello che si sta
facendo, a come ci si sta muovendo, si perde il contatto con la musica, il che
non è un fatto negativo, ma fa parte anch’esso dell’esperienza della danza
prolungata, offrendo l’opportunità di allenarsi nella sospensione del giudizio.
Non esistono modi
assolutamente positivi o negativi di danzare: ciò che conta è l’intenzione con
cui ci si muove: nella Trance Dance l’intenzione è stare con se stessi. Dunque
non ci sono controindicazioni, né effetti collaterali, c’è solo da guadagnare:
consapevolezza, emozioni e condivisione di uno spazio sacro con altre persone.
Per molti l’ostacolo
maggiore è rappresentato dalla vergogna, dalla paura di lasciarsi andare a
movimenti inconsueti; per questo la benda agli occhi è molto utile, soprattutto
all’inizio: noi non vediamo gli altri e gli altri non vedono noi.
In questo frangente
succede una cosa che potremmo quasi definire magica: tutti si muovono e nessuno
si scontra!
Spesso si dice che
tramite la Trance Dance si accede al proprio Potere Personale.
Il Potere è qui inteso
come capacità di agire consapevolmente per promuovere il benessere proprio e di
tutti gli altri organismi. Non ha niente a che vedere con il potere inteso come
tendenza dell’ego alla sopraffazione.
Dopo l’Era dei Maestri
c’è l’Era del Sé, in cui ognuno può essere maestro di se stesso. Chi ci è già
arrivato può facilitare il processo ad altri, che, a loro volta, trovando il
proprio Potere, smettono di creare legami di dipendenza. Insieme si può
contribuire ad armonizzare il campo di coscienza globale, planetario e trascendente.
Bisogna imparare a
rispettare l’energia risvegliata dalla Trance Dance, perché, essendo una forza
creatrice, così come può creare, può altrettanto facilmente distruggere.
Un discorso a parte
andrebbe fatto riguardo a cosa si distrugge…, ma non se ne verrebbe a capo in
breve…
Ricordiamoci sempre
che danzando il proprio movimento, si danza il movimento cosmico…
Bibliografia:
Frank Natale, Trance
dance, Ed. Era dell'acquario.
Sambro Marco Maria, Labirinti – Da Cnosso ai videogames, Roma, Castelvecchi, 2004).